In Libano, Gli Sterili Centri Commerciali Mostrano Il Divario Crescente Tra Ricchi E Poveri

La distruzione delle città in Siria e il terrore delle popolazioni in Iraq sono giustamente al centro dell’attenzione mondiale. In questo contesto potrebbe sembrare volgare richiamare l’attenzione sui problemi di un’altra città del Medio Oriente, non attualmente in conflitto. Ma la distruzione “morbida” di Beirut è qualcosa che molti dei suoi cittadini – che hanno assistito alla loro giusta parte di guerra – stanno guardando con orrore. In breve, l’avidità dei politici e degli sviluppatori immobiliari libanesi sta lentamente ma inesorabilmente decomponendo il tessuto sociale della città. Il divario tra abbienti e non abbienti è ora più ampio che mai.

Per capire la natura dello sviluppo immobiliare a Beirut basta visitare il nuovo centro cittadino, ricostruito dopo la guerra civile (1975-90) da una società chiamata Solidere. Il nuovo centro vanta edifici di epoca francese restaurati in modo costoso che, a parte alcuni negozi e uffici, rimangono stranamente vuoti. “Un set cinematografico”, per citare un professore di cinema canadese. Per quanto riguarda i suk di Beirut, recentemente ristrutturati, un tempo erano un luogo in cui i mercanti contrattavano e il profumo di spezie rare riempiva l’aria. Oggi, tutto ciò che puoi sentire in questo centro commerciale all’aperto sono i detersivi per la pulizia e ciò che senti è musica ambientale. Non si vede quasi una parola araba, anche i segnali di emergenza sono in inglese. “Questo potrebbe benissimo essere l’aeroporto di Heathrow”, ha osservato un visitatore britannico.

La cosa più inquietante del centro cittadino, però, è il suo aspetto “esclusivo”. Sebbene i suoi negozi non siano necessariamente rivolti a visitatori facoltosi (come spesso si sostiene), è un buon esempio libanese di quella che alcuni hanno chiamato “architettura ostile”. ….