Architettura Futurista - Antonio Sant'Elia

Sono passati cento anni da quando Antonio Sant’Elia e Mario Chiattone hanno aperto la strada al futurismo in architettura. Marinetti ha esercitato la sua caratteristica influenza sui due, mettendo parole alle imponenti strutture industriali che avevano immaginato. Sebbene portino il segno della loro età, per molti versi la visione che presentano è più futuristica persino della più elegante architettura digitale di oggi. Di seguito compare il manifesto dell’architettura futurista di Sant’Elia, insieme ad alcuni disegni di lui e di Chiattone.

A causa della famigerata associazione dei futuristi italiani con la politica fascista dall’inizio degli anni ’20 in poi, è importante sottolineare che Sant’Elia morì in combattimento ben prima che potesse entrare a far parte di un tale movimento. Come gli altri futuristi, Sant’Elia fu attratto dal sublime spettacolo della guerra meccanizzata. Il suo volontario, anzi entusiasta, arruolamento nell’esercito italiano alla fine portò alla sua morte. Eppure sarebbe prematuro presumere che avrebbe avuto simpatia per Mussolini. Non tutti i futuristi lo erano, ovviamente.

Una versione precedente di questo manifesto fu pubblicata in un catalogo che accompagnava la mostra di un gruppo milanese chiamato Nuove Tendenze, tenutasi a fine maggio 1914. Era senza titolo, ma da allora è diventato noto come il “Messaggio”. Sebbene le sue idee fossero di Sant’Elia, fu redatto da Ugo Nebbia e forse altri. Nel luglio del 1914 Sant’Elia, da tempo in contatto con Boccioni, incontra Marinetti e decide di aderire al futurismo. Marinetti trasformò il “Messaggio” nel manifesto “Architettura futurista”, pubblicato come volantino indipendente a fine luglio 1914. Fu ripubblicato in Lacerba 2, № 15 (1 agosto 1914).